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CENTRO DI RICERCA E FORMAZIONE SUL SETTORE PUBBLICO
SCUOLA EUROPEA DI ALTI STUDI TRIBUTARI

PER UNA FISCALITA' AMBIENTALE

In occasione della presentazione del volume
La fiscalità dell’ambiente in Europa e per l’Europa edito da Cacucci Editore
realizzato dalla Scuola Europea di Alti Studi Tributari dell’Università di Bologna per
conto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare

PROGRAMMA

Aprono:
Angelo PALETTA, Delegato al Bilancio dell’Università di Bologna;
Giovanni LUCHETTI, Direttore Dipartimento di Scienze Giuridiche

Introducono:
Gian Luca GALLETTI, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare;
Fabrizia LAPECORELLA, Direttore Generale delle Finanze

Presenta:
Adriano DI PIETRO, Direttore della Scuola Europea di Alti Studi Tributari

Ne dibattono:
Elena BRUNI, Referente Ambiente Confindustria;
Francesco LA CAMERA, Direttore Generale Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare;
Rossella MURONI, Presidente Legambiente;
Donato RAPONI, Direttore Imposte Indirette TAXUD Commissione europea;
Antonio URICCHIO, Rettore dell’Università di Bari

7 novembre 2016 (ore 9,30 - 12,30) - Aula Prodi - Complesso di San Giovanni in Monte

Evento accreditato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna
con n. 3 crediti formativi e in corso di accreditamento presso l’Ordine degli Avvocati di Bologna


Segreteria Organizzativa: Scuola Europea di Alti Studi Tributari/Università di Bologna - Via Guerrazzi, 20
40125 - Bologna – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.seast.unibo.it – Tel: 051-2097480 (sede didattica)


 

Domenica 26 Marzo 2023

 

  

 per Árpád Weisz

Árpád Weisz
Il lungo inverno
La parabola
Le Leggi razziali fasciste
Furono 96 i professori universitari italiani di ruolo identificati come ebrei e sospesi dal servizio a decorrere dal 16 ottobre 1938, secondo il R.D.L. 5.IX.1938, n. 1390, e poi dispensati a decorrere da 14 dicembre 1938, secondo il R.D.L. 15. XI. 1938, n. 1779.[51] Per molti l'espatrio rappresentò l'unica possibilità di proseguire la carriera accademica. Coloro che restarono in Italia dovettero affrontare gli anni drammatici della guerra e dell'Olocausto. In realtà il numero di coloro che furono epurati nel 1938 fu molto più alto: ai professori di ruolo vanno aggiunti gli oltre 200 ricercatori e studiosi ebrei che esercitavano la libera docenza, tra cui specialisti di rilievo internazionale.[55] Furono quindi un totale di oltre 300 i docenti epurati dall'università italiana in seguito all'introduzione delle leggi razziali, senza contare i professori di liceo, gli accademici, gli autori di libri di testo messi all'indice e i tanti giovani laureati e ricercatori, la cui carriera fu stroncata sul nascere.[56] Le perdite furono particolarmente significative nei campi della medicina, delle discipline giuridico-economiche, delle scienze e delle materie umanistiche.[57] 

"Auschwitz è un buco nero nella storia dell'umanità: un buco nero che ha di colpo inghiottito, insieme a milioni di vittime innocenti, secolari conquiste nel campo del diritto, della scienza, del pensiero e dell'arte. Il folle progetto messo in atto con feroce determinazione dai nazisti. Il progetto di sterminare gli ebrei e di cancellare dal nostro continente ogni traccia della loro presenza. In questo stesso giorno ricordiamo anche la vergogna delle leggi razziali, volute dal fascismo in Italia nel 1938". - Sergio Mattarella

"Sopravvivevano i peggiori, cioè i piú adatti; i migliori sono morti tutti. È morto Chajim, orologiaio di Cracovia, ebreo pio, che a dispetto delle difficoltà di linguaggio si era sforzato di capirmi e di farsi capire, e di spiegare a me straniero le regole essenziali di sopravvivenza nei primi giorni cruciali di cattività; è morto Szabó, il taciturno contadino ungherese, che era alto quasi due metri e perciò aveva piú fame di tutti, eppure, finché ebbe forza, non esitò ad aiutare i compagni piú deboli a tirare ed a spingere; e Robert, professore alla Sorbona, che emanava coraggio e fiducia intorno a sé, parlava cinque lingue, si logorava a registrare tutto nella sua memoria prodigiosa, e se avesse vissuto avrebbe risposto ai perché a cui io non so rispondere; ed è morto Baruch, scaricatore del porto di Livorno, subito, il primo giorno, perché aveva risposto a pugni al primo pugno che aveva ricevuto, ed è stato massacrato da tre Kapos coalizzati. Questi, ed altri innumerevoli, sono morti non malgrado il loro valore, ma per il loro valore". - Primo Levi